C’è chi dissimula distacco e chi, invece, non fa mistero di essere preoccupato. I giorni dell’Apocalisse – così i meteorologi hanno definito l’ultima ondata di caldo – rischiano di essere tremendamente lunghi per la pattuglia dei 30 parlamentari calabresi eletti nel 2018. Tutte le attenzioni sono puntate su mercoledì 20, giorno in cui il premier dimissionario Mario Draghi riferirà alle Camere e verificherà se il governo dispone ancora di una maggioranza.
Il voto subito dopo l’estate appare al momento l’ipotesi più accreditata. Facile, dunque, immaginare le fibrillazioni di uscenti e peones alle prese con il dilemma di ricandidature mai in bilico come stavolta. Già, perché con l’approvazione della riforma costituzionale che dispone il taglio del numero dei parlamentari, la Calabria vedrà drasticamente ridotta la propria rappresentanza a Montecitorio e Palazzo Madama. Il taglio, in particolare, prevede la riduzione da 20 a 13 dei deputati eletti nella regione (meno 35%), mentre i senatori diminuiranno da 10 a 6 (meno 40%).
Il centrodestra
Il risultato della coalizione peserà anche sugli equilibri alla Regione, dove il forzista Roberto Occhiuto guida la Giunta da meno di un anno. Proprio tra gli azzurri sono diversi i pretendenti ad un seggio nel Parlamento che verrà. Sicuramente ci sono gli uscenti Francesco Cannizzaro e Giuseppe Mangialavori, e poi le new entry Mario Occhiuto e Gianluca Gallo. In Fratelli d’Italia scaldano i motori Wanda Ferro e Fausto Orsomarso, mentre nella Lega, oltre al deputato in carica Domenico Furgiuele, un pensierino a Roma potrebbero farlo Tilde Minasi e Simona Loizzo, entrambe con ruoli di primo piano tra la Cittadella e Palazzo Campanella. Quanto agli altri cespugli del centrodestra, una chance importante potrebbe essere riservata a Sergio Abramo, reduce da un’esperienza quasi ventennale alla guida di Catanzaro.
Il centrosinistra
Nel Pd, partito…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-07-16 09:00:00