Lo hanno definito «Imperatore dei sogni». Fu il periodico americano “The New Yorker” a chiamarlo così in quello che avrebbe dovuto essere il resoconto di una lunga intervista, realizzata in più tappe, e che invece si trasformò in un triste articolo celebrativo. Gianni Versace, il grande stilista italiano, nato a Reggio Calabria nel 1946, era stato assassinato a Miami, davanti alla sua villa, il 15 luglio 1997, esattamente 25 anni fa. Ma il suo mito (e questa parola non è certo usata a caso) è rimasto intatto anche attraverso la tragedia, il suo marchio è vivo e, dopo un periodo affidato alla creatività della sorella Donatella, continua a essere uno dei più affermati nel mondo.
Perché mito? «Reggio – è una delle sue dichiarazioni più note – è il regno dove è cominciata la favola della mia vita. Il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare “Iliade”, “Odissea”, “Eneide”, dove ho respirato l’arte della Magna Grecia». Tutti elementi fondamentali per la sua ispirazione, nonostante fosse un irregolare della scuola, tanto da rinunciare al diploma perché non ne aveva bisogno. In questo era diverso dal fratello Santo, laureato in Economia e Commercio nell’Università di Messina, prima commercialista e poi diventato presidente, amministratore delegato e colonna portante della grande impresa, che aveva mantenuto sempre un carattere familiare.
Non solo. Nell’intervista Gianni raccontava:…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-07-15 08:29:20