“Che la politica sia -anche, e molto- un esercizio di pazienza è cosa risaputa. Tanto più in una stagione di impazienze incrociate come quella che stiamo attraversando. Così, occorre molta ponderatezza a Draghi per dar retta a Conte e alle inquietudini del suo movimento. Ne occorre a Conte a sua volta per mantenersi in contatto con una base che chiede a gran voce una cosa e poi il suo contrario. Ne occorre a Salvini per governare una Lega munita ormai di due anime ben distinte. Ne occorre a Letta per amministrare le mille differenze che attraversano il suo partito, per non dire di quelle che devastano da tempo il suo “campo largo”. E via elencando. Ad ognuno dei protagonisti politici si chiede uno sforzo di convivenza con chi è più lontano, e quello sforzo richiede talento e fatica.
Sono le logiche che governano una coalizione larga, disomogenea e raccogliticcia come quella che ha preso forma intorno a Draghi. E che però a loro volta stridono con un diffuso costume politico che ogni giorno fa appello invece al protagonismo, alla spavalderia, all’insofferenza, perfino all’egolatria. E cioè a tutto quello che genera una sorta di nervosismo pubblico sempre più diffuso.
Una grande coalizione (ancorché involontaria, come questa) richiede dunque una grandissima pazienza e un inusitato controllo di sé. Impresa che si sta rivelando piuttosto difficoltosa, però. Infatti, se si vuole evitare di precipitare anzitempo verso il voto occorre per l’appunto che ciascuno dei contraenti del patto stretto intorno al governo Draghi si disponga a convivere con argomenti, stati d’animo e provvedimenti non sempre così facili da condividere -ora dagli uni ora dagli altri. Mentre ovviamente l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale rende quest’impresa di giorno in giorno più faticosa.
Così, si finisce per reclamare la pazienza altrui mano a mano che si esaurisce la propria. E questo esercizio a un certo punto fa scivolare…
Fonte www.adnkronos.com 2022-07-10 08:32:37