I numeri di queste ultime settimane hanno imposto un cambiamento semantico del concetto di epidemia con il ritorno degli ospedali in sofferenza e dei pazienti in attesa nei Pronto soccorso. L’attenzione quasi totalitaria alla curva dei nuovi casi (che sono davvero tanti, solo ieri 2.999 nuovi positivi con incidenza settimanale che ha sfondato nuovamente il muro dei mille casi per 100mila abitanti) si è spostata sulla saturazione dei servizi assistenziali. I dati della Regione continuano a rivedere l’occupazione delle corsie. Nelle ultime 24 ore figurano ben 21 pazienti in più in area medica. Incremento più contenuto (+2) anche in Terapia intensiva. Continua a crescere la percentuale di pazienti nei reparti ordinari che tocca quota 28,29%, sempre più vicina alla seconda soglia di rischio e che rappresenta il secondo dato nazionale dietro l’Umbria. Cresce anche l’occupazione nelle aree critiche che è al 6,34% e vale il primo posto alla Calabria tra le regioni italiane.
Lo scenario in rapido peggioramento, con una classificazione di rischio moderato incassata dalla Cabina di regia, è costantemente sorvegliato dagli esperti del Gruppo tecnico della Cittadella. Il professor Andrea Bruni che guida il team ha chiarito le principali linee della strategia anticovid che sono state finora adottate: «Le altre Regioni riaprono gli hub vaccinali? La Calabria non ha mai chiuso i suoi centri. Certo, abbiamo rinunciato a quelli poco virtuosi, ma i più grandi sono operativi. Purtroppo, l’adesione è crollata come nel resto del paese. Ora, però, col virus spinto dalle varianti e sottovarianti della famiglia Omicron è necessario mantenere una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo con particolare riguardo alle categorie indicate nelle disposizioni ministeriali. I vaccini, insieme alla profilassi pre-esposizione a base di anticorpi monoclonali e di antivirali rappresentano strumenti necessari a mitigare l’impatto clinico…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-07-10 01:29:25