Il giorno dopo il niet pronunciato da Federico Sboarina per un apparentamento con Flavio Tosi in vista del ballottaggio per l’elezione del sindaco di Verona, i ‘facilitatori’ del centrodestra si sono messi al lavoro per evitare che la città finisca nelle mani di Damiano Tommasi. Il divario tra l’ex centrocampista della Roma e della Nazionale e il sindaco uscente è di 7 punti. Notevole ma non incolmabile, specie se Sboarina potesse contare sulla dote di oltre 25.000 preferenze raccolte da Flavio Tosi al primo turno.
Ma Sboarina ieri ha detto no. Vuole farcela con le sue forze convinto di poter convincere i veronesi. Tosi si è messo in stand by: “Aspettiamo novità. Noi l’apertura gliel’abbiamo fatta e ribadita più volte”. Un accordo di programma non basta, avverte però l’ex vice segretario della Lega Nord, se un apparentamento nero su bianco. “Non è accettabile essere trattati come dei paria, è indispensabile la pari dignità”. “Io confermo quello che ho detto ieri -ha replicato il sindaco uscente – non e’ una chiusura alla costruzione di un percorso comune da qui ai prossimi giorni per arrivare poi ad un centrodestra veramente unito al ballottaggio. E’ un no al tecnicismo e alle logiche che sanno poco di dialogo con le persone”.
Come detto c’è chi nel centrodestra sta lavorando per arrivare a meta. “L’importante è trovare un accordo sul progetto e sulla squadra”, rispetto alla quale, “se ce ne fosse bisogno, sono pronto a fare da garante”, ha dichiarato il senatore di Fdi, Ignazio La Russa. “L’apparentamento tecnicamente non conviene, visto che finisce per avvantaggiare chi resta all’opposizione. Quindi, 1-1, e ripartiamo. Conosco Tosi, l’obiettivo deve essere vincere, non fare la ripicca, perciò -conclude La Russa- non cerchi la fuga nascondendosi dietro un motivo tecnico”.
“C’è ancora tempo, anche se poco, per un ravvedimento operoso: Verona, per la sua storia e per la sua tradizione politica, per il centrodestra…
Fonte www.adnkronos.com 2022-06-17 16:58:53