Il 10 giugno scorso, dopo aver aver pubblicato una lettera d’addio sul suo blog, la professoressa transgender Cloe Bianco si suicida. Sette anni prima, a sollevare il caso della prof che aveva fatto coming out in classe, presentandosi agli studenti con abiti femminili, era stata l’attuale assessore a istruzione e pari opportunità del Veneto Elena Donazzan, ospitando sulla sua pagina Facebook la lettera di protesta del padre di uno degli studenti di Bianco. Oggi, a distanza di sette anni e dopo il suicidio della professoressa, l’assessore di FdI denuncia “minacce di morte” al suo indirizzo da chi le ricorda quel post e i successivi interventi sul caso facendo, spiega, “polemica tutta politica, perché sono di Fratelli d’Italia”.
“Sconvolgente – commenta Donazzan a 24 Mattino su Radio 24 – che il movimento Lgbt stia usando la morte tragica di una persona per fare una polemica politica. Io credo che chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento Lgbt, perché a 7 anni di distanza, solo per cercare di trovare la visibilità, per attribuire una responsabilità, senza farsi una domanda sul modo del suo coming out. Perché dire che si è omosessuali è una affermazione, presentarsi in classe, perché questo accadde, con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna ed i tacchi è un’altra cosa. Venne usato allora, come bandiera di grande coraggio ed oggi viene usato in morte per fare una polemica tutta politica, perché sono di Fratelli d’Italia”.
“Da tre giorni – continua Donazzan – i miei social sono attaccati con minacce di morte, con parole d’offesa a me e alla mia famiglia, alla mia vita, quindi se c’è una responsabilità di alzare i toni, è dall’altra parte. Io sono andata a rileggermi il post in cui parlavo di Cloe Bianco e pubblicai la mail arrivatami in ufficio e io scrissi ‘traete da soli le conclusioni’. Nelle successive interviste, parlai di chi va abbigliato in un certo modo senza aver…
Fonte www.adnkronos.com 2022-06-17 12:44:16