“Diario: 385 giorni a Palazzo San Giorgio”, questo il titolo dell’ultima fatica del prof. Tonino Perna defenestrato dal ruolo di vicesindaco a un’ora dalla pronuncia della sentenza sul caso Miramare a novembre dell’anno scorso. La clamorosa rottura con Giuseppe Falcomatà che lo aveva voluto poco più di un anno prima al suo fianco per «interpretare la domanda di cambiamento che la città ci ha chiesto in questa campagna elettorale» diventa il punto finale di una parabola amministrativa travagliatissima dal punto di vista della gestione ordinaria ma molto “istruttiva” sul piano esperienziale tanto da generare appunto un libro, compendio delle riflessioni condivise sui social insieme a quelle più sistemiche sulla vita politica ma soprattutto amministrativa in riva allo Stretto.
L’opera è stata presentata al giardino dei Monfortani dai giornalisti Mario Meliadò e Paola Suraci alla presenza dell’editore Franco Arcidiaco e di una nutrita rappresentanza di quel Terzo settore che aveva in Perna il suo… perno sociale. Che stesse in questa fondata reputazione l’appeal del prof. universitario? Certo è che la sensazione di occasione sprecata ha aleggiato per tutta la presentazione e si leggeva chiaramente negli occhi e nei sorrisi dei tanti intervenuti. Peccato, perché le intenzioni erano delle migliori; a partire dallo sblocco di 30 milioni accantonati per “Obiettivo occupazione” fortemente a rischio di andare perduti perché nessuno nella macchina amministrativa e burocratica del Palazzo era in grado di mettere a posto la documentazione. Il professore Perna su quei 30 milioni ha fatto una malattia personale e domestica (più volte la moglie seduta tra il pubblico ha annuito con un sorriso tirato) e li ha usati principalmente per dare una risposta a se stesso prima che agli altri per la fatidica domanda “ma chi te l’ha fatto fare?”. Quei 30 milioni continuano ad essere incagliati nel porto delle nebbie anche se adesso la…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-06-15 01:33:04