“In 2 anni di pandemia è quasi raddoppiata la percentuale degli italiani che rinunciano alle cure. Secondo l’ultimo Rapporto Bes dell’Istat, siamo passati dal 6,3% del 2019 all’11% del 2021. Non solo, ma l’emergenza sanitaria ha influito negativamente e continua a pesare anche su altri aspetti fondamentali della sanità pubblica: presa in carico delle cronicità, liste di attesa, farmaci innovativi, aderenza alla terapia, umanizzazione delle cure, prestazioni mancate, qualità e sicurezza dell’assistenza nei pronto soccorso. Tutti temi per i quali nel nuovo sistema di garanzia dei Lea non ci sono indicatori ‘core’, strumenti che concorrono all’assegnazione del punteggio Lea alle Regioni. Un gap che va colmato quanto prima se vogliamo un Ssn moderno ed efficiente”. Così all’Adnkronos Salute Tonino Aceti, presidente di Salutequità, a margine del Seminario nazionale ‘Analisi del nuovo sistema di garanzia dei Lea‘, promosso oggi a Roma da Salutequità, con il contributo non condizionato del Gruppo Servier in Italia, alla presenza di numerosi esperti e decisori. Obiettivo dell’iniziativa: contribuire con idee costruttive al cambiamento che serve al Paese.
“Dal 2020 ad oggi il ministero ha destinato alle Regioni un miliardo di euro – ricorda Aceti – affinché mettessero in campo azioni volte a recuperare le prestazioni mancate a causa di Covid-19. Peccato che nel nuovo sistema di garanzia dei Lea ad oggi non è previsto alcun indicatore di verifica e misurazione dell’operato delle Regioni rispetto agli obiettivi raggiunti. Per questo motivo, già un anno fa avevo proposto di dare questi soldi alle Regioni subordinandoli al raggiungimento dell’obiettivo, e cioè il recupero delle liste di attesa, e alla previsione di un sistema di verifica ad hoc all’interno del nuovo sistema di garanzia, un modo per monitorare il loro lavoro e la loro capacità di recuperare le prestazioni, a fronte di risorse stanziate a livello centrale. Invece…
Fonte www.adnkronos.com 2022-06-15 11:17:00