Una diagnosi di cancro “è uno tsunami nella vita di qualsiasi persona, così come in realtà la diagnosi di una qualsiasi malattia importante”. Cosa succede quando ci si confronta con un evento simile? “In termini psicologici perdiamo il senso dell’immortalità”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Gabriella Pravettoni, direttore della Divisione di Psiconcologia dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano. Occorre “ripensarsi e reimmaginare la propria vita e si tende a rivedere un po’ il proprio sistema emotivo, affettivo, valoriale, professionale”, osserva. “E’ chiaro che la malattia di una persona molto potente ha degli influssi” ancora più ampi, sottolinea. Lo spunto della riflessione è sotto i riflettori del mondo: è quello che sta succedendo intorno alla figura di Vladimir Putin, al centro di diverse indiscrezioni sul suo stato di salute. Le ultime suggeriscono ancora una volta che il presidente russo, protagonista delle cronache per il conflitto in corso in Ucraina, avrebbe un tumore.
“Se nell’inconscio familiare una malattia è uno sconvolgimento – fa notare Pravettoni – se pensiamo a una persona veramente molto potente, molto importante e che riveste un ruolo anche sociale, il punto diventa che nell’inconscio collettivo succede qualcosa”. “Non è un caso che si stia continuamente sottolineando che Putin ha un tumore – commenta l’esperta, che è anche professore ordinario dell’università degli Studi di Milano – Perché, se questo è vero, non è solo una questione privata. E’ una questione di impatto nell’inconscio collettivo, che determina una rivisitazione di decisioni e di processi che si giocano. Quindi anche emotivamente e affettivamente si giocano delle variabili diverse”.
In un periodo in cui si parla molto del tema del diritto all’oblio oncologico, ha senso e che significato può avere usare la chiave della malattia per interpretare anche le azioni e le scelte di una persona come un capo di Stato?…
Fonte www.adnkronos.com 2022-06-03 16:24:27