È iniziato a Reggio Calabria il processo d’Appello a Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace che in primo grado è stato condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere dal Tribunale di Locri che lo ha giudicato colpevole di associazione a delinquere, truffa, peculato, falso e abusi d’ufficio. Davanti al collegio della Corte d’Appello di Reggio Calabria, presieduto dal giudice Giancarlo Bianchi, nell’udienza di oggi, c’è stata la costituzione delle parti e, subito dopo, è iniziata la relazione del giudice a latere che proseguirà nell’udienza del 6 luglio.
Sul banco degli imputati, oltre a Lucano, ci sono altre 17 persone coinvolte, a vario titolo, nell’inchiesta della Guardia di finanza sul cosiddetto «modello Riace» e sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti. L’ex sindaco non era presente in aula dove c’era, invece, il suo avvocato Andrea Daqua in rappresentanza anche dell’altro difensore, l’europarlamentare Giuliano Pisapia. Entrambi i legali, nelle motivazioni d’appello, hanno chiesto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale sostenendo che il Tribunale di Locri, con la sentenza di condanna, ha eseguito una «lettura forzata se non surreale dei fatti» tesa, in sostanza, a “dichiarare a ogni costo responsabile Lucano».
La richiesta degli avvocati di Lucano, così come quella dei difensori degli altri imputati, sarà discussa subito dopo le relazioni dei giudici a latere che potrebbero concludersi già nell’udienza del 6 luglio. A differenza del processo di primo grado, in cui il Tribunale di Locri ha vietato l’ingresso in aula delle telecamere, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha accolto la richiesta delle varie testate giornalistiche.
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-05-25 10:58:34