La Corte suprema brasiliana ha deciso di estradare il superlatitante Rocco Morabito, 66 anni, uno dei broker più noti del narcotraffico di cocaina al mondo, esponente di spicco della ‘ndrangheta di Africo, nella Locride. Nell’elenco dei latitanti più ricercati in Italia, Morabito, era secondo solo a Matteo Messina Denaro, ma certamente non meno pericoloso. Come tanti altri giovani malavitosi calabresi, anche per lui è Milano la prima città su cui puntare per allargare amicizie e consolidare alleanze, irrobustire gli ‘affari’.
Dalla “corte” dello zio ai cartelli colombiani
Lontano parente del boss Giuseppe Morabito ‘u tiradrittu’ , Rocco Morabito cresce di livello criminale alla corte di uno zio, Domenico Antonio Mollica, uno dei protagonisti della cruenta faida di Motticella scaturita per i contrasti derivati dalla spartizione del provento di un sequestro di persona, negli anni ’80. A Milano, il giovane Rocco non fa solo bella vita – è frequentatore assiduo del ristorante Nepentha, sempre accompagnato da belle ragazze e modelle – ma viene anche sorpreso dagli inquirenti in incontri con emissari dei vari cartelli colombiani dediti al traffico di cocaina. I soldi crescono in maniera esponenziale e il giovane narcos costruisce una villa a Casarile, tra le province di Milano e Pavia, e ne acquista un’altra ad Africo.
La “filiale” di Fortaleza
Nel 1994 Rocco Morabito subisce una prima condanna a 30 anni di reclusione nel processo scaturito dall’operazione…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-05-25 11:53:33