“Alle spalle il lungo periodo di emergenza sanitaria, torna a fare discutere il problema della adeguata formazione dei futuri medici. In più occasioni Meritocrazia Italia ha affrontato il problema del cosiddetto imbuto formativo, sostenendo la necessità di aumentare in maniera significativa il numero dei posti disponibili in specializzazione e presso il corso di formazione in medicina generale, anche per agevolare il ricambio generazionale dei professionisti dipendenti e convenzionati, e sempre in proporzione alle effettive esigenze del sistema”. Lo afferma il presidente di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello, secondo il quale “l’accesso indiscriminato alle facoltà di medicina non risolve il problema della carenza di personale”.
“Il tema della formazione dei medici, però, parte da prima. La carenza del personale sanitario è ricondotta anche al numero chiuso all’accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia – continua – Il problema in effetti si pone. La verità è che la formazione dei medici ha un costo elevato e l’emigrazione dei professionisti italiani all’estero costituisce per il Paese una perdita significativa in termini di prodotto interno umano anzitutto, ma anche in termini di Pil e di aumento della spesa”. “Va considerato anche che, è vero che, con un accesso indiscriminato alla facoltà, aumenterebbe sensibilmente il numero dei laureati e quindi dei potenziali medici, ma, a fronte di un sistema pubblico e privato incapace di assorbirli, la professione ne risulterebbe svilita e le ambizioni di tanti giovani mortificate – sottolinea Mauriello – E si tornerebbe al problema della fuga verso l’estero”.
“Crescerebbero anche le fila dei cosiddetti ‘camici grigi’ (medici laureati che non riescono a entrare in specializzazione), con ingigantimento del problema dell’imbuto formativo e aggravamento del fenomeno dei disoccupati intellettuali – aggiunge il presidente di Meritocrazia Italia – Si vuol dire che…
Fonte www.adnkronos.com 2022-05-21 14:05:42