Le attuali misure restrittive previste dalla legge per ridurre il rischio di disturbi da gioco d’azzardo – distanziometro e limitazioni sul numero di scommesse e fasce orarie – sono poco efficaci, per operatori sanitari e giocatori patologici che “concordano: oggi non ci sono misure sufficienti per fare in modo che una persona con un problema di dipendenza da gioco trovi sistemi che possano aiutarla ad autoescludersi. C’è una discrepanza tra quanto è ritenuto più o meno efficace, da chi non ha il problema rispetto a chi lo vive”, spiega Mauro Pettorruso, psichiatra e ricercatore presso l’università Gabriele d’Annunzio di Chieti, tra gli autori dello studio pilota ‘Preventive strategies in gambling disorder: a survey investigating the opinion of gamblers in the Lazio region’, coordinato dalla Società italiana di psichiatria (Sip), pubblicato sulla rivista ‘Evidence based Psychiatric Care Journal of the Italian Society of Psychiatry’.
Il disturbo da gioco d’azzardo è un fenomeno in aumento in tutto il mondo. In Italia la sua prevalenza è di circa l’1,01% e interessa soprattutto uomini (età media 27 anni). Ad oggi molti governi internazionali hanno adottato misure restrittive per contenere e prevenire il passaggio da comportamenti sociali, a problematici a patologici, ma con scarsa efficacia. Questo studio osservazionale e trasversale è stato messo a punto proprio per esplorare le opinioni sia dei giocatori d’azzardo sia dei professionisti della salute mentale per individuare le migliori strategie di prevenzione.
Lo studio, realizzato nella regione Lazio, ha indagato – con un questionario diffuso nelle sale da gioco, negli ambulatori, nelle strutture di ricovero e online – le opinioni sull’impatto di diverse misure legislative in soggetti che avessero giocato per almeno 5 volte nel corso dell’anno precedente (scommesse sportive, poker, giochi online o slot). Il campione – con forte…
Fonte www.adnkronos.com 2022-05-20 14:11:07