In Italia colpisce una persona su 5, ovvero il 21,7% della popolazione, uno su 4 ne soffre in media per 7 lunghi anni. È il dolore cronico, ovvero persistente, continuo o ricorrente, che perdura da più di 3 mesi , influenzando la qualità di vita del paziente e riducendone le capacità funzionali. Non a caso tale condizione è stata riconosciuta dall’Oms come uno dei maggiori problemi mondiali di salute pubblica in generale, in quanto interessa tutte le fasce di età con una maggiore prevalenza nelle donne. Ha conseguenze invalidanti dal punto di vista fisico, psichico, per non parlare dell’impatto negativo che ha anche sulla vita lavorativa, sociale e di relazione.
Oltre il 90% dei casi di dolore cronico è trattabile e curabile con una terapia multimodale (che comprende farmaci, tecniche mininvasive e progetti riabilitativi individuali), tuttavia il 40% di chi ne è afflitto non sa che esistono cure disponibili. Trascorrono, inoltre, circa due anni tra l’esordio e il primo accesso medico e i tempi per ricevere una diagnosi corretta sono superiori ai cinque anni. Come se non bastasse, le problematiche emerse durante la pandemia hanno evidenziato carenza di attenzione verso i pazienti con dolore, mancanza di continuità nell’assistenza, difficoltà nell’accesso alle terapie e remore psicologiche verso i centri di cura.
E con lo scopo di alzare il livello di attenzione sociale, istituzionale e territoriale rivolto a questa condizione di sofferenza, molto diffusa, la Società italiana di Anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) ha promosso: “Oltre il dolore, Manifesto sociale contro la sofferenza” che sviluppa dieci punti che corrispondono a dieci emergenze e diritti non più rimandabili per garantire a tutti i cittadini il diritto di un’adeguata gestione del dolore cronico. Il documento pubblico sul dolore cronico è stato presentato in occasione del XX Convegno dell’area culturale…
Fonte www.adnkronos.com 2022-05-11 14:16:17