L’epilessia è una delle patologie neurologiche più diffuse che interessa tutte le età della vita, coinvolgendo circa 50-70 milioni di persone nel mondo di cui 500mila solo in Italia. Questo disordine è più frequente in età infantile ed avanzata e, quindi, può interferire con le normali attività in fasi cruciali della vita. La ricerca scientifica ha compiuto enormi progressi nella diagnosi e nella cura, negli ultimi 15-20 anni il numero dei farmaci disponibili è notevolmente aumentato, ma c’è ancora molto da fare, considerando anche il fatto che circa il 30% dei pazienti presenta ancora oggi crisi non completamente controllate dalla terapia e che oltre il 30% delle persone con epilessia soffre di forme farmaco-resistenti della malattia. Di questi temi si è parlato durante ‘Bright Connections‘, il convegno organizzato da Ucb, oggi e domani a Milano, con l’obiettivo di fare luce sulla patologia e sulle opzioni di trattamento disponibili approfondendo l’apporto dell’innovazione in senso assoluto, tecnologico e sanitario.
La condizione clinica del paziente epilettico – ricorda una nota – ha di fatto un impatto socio-economico enorme e una corretta gestione diagnostico-terapeutica è in grado di migliorare notevolmente tutti gli outcome di salute e benessere per il paziente e può minimizzare l’impatto dell’epilessia sulle attività scolastiche/formative, sociali, lavorative, affettive e ricreative. Circa due terzi dei soggetti affetti da epilessia ottengono infatti un discreto controllo delle manifestazioni mediante farmaci antiepilettici. Ricerca e innovazione rivestono dunque un ruolo cruciale per poter garantire un ulteriore avanzamento nella comprensione e nella gestione delle diverse forme di epilessia.
Il convegno organizzato da Ucb – azienda da oltre 30 anni è impegnata a migliorare la vita delle persone con epilessia, attraverso la ricerca e sviluppo di farmaci – ha voluto fare luce sulla…
Fonte www.adnkronos.com 2022-05-06 15:07:12