Per anni sono state con le spalle rivolte allo Stretto, anche urbanisticamente, come a negarne l’esistenza. Una mancanza di visione che ha accomunato Reggio e Messina, chi più chi meno schiave dell’attraversamento ed entrambe incapaci di trasformare il mare in risorsa. Da questa parte si è riusciti comunque a realizzare un lungomare affascinante e oggi si sta completando l’affaccio, faticosamente, pezzo dopo pezzo a partire dal Parco Lineare Sud. Sull’altra sponda, quella siciliana, si discute come ripensare la zona falcata e il waterfront in vista del trasferimento degli imbarcaderi privati dalla rada San Francesco. Un “mare” di proposte, anche in ottica Pnrr. E un’idea comune: museo e acquario. Su entrambe le sponde.
Reggio parte avanti: lo “start” sono i 53 milioni finanziati con il Pnrr per il progetto firmato Zaha Hadid, un mega-contenitore culturale dedicato al mare con un centro di studio e ricerca (guai, da queste parti, a chiamarlo semplicemente “acquario”). A Messina si pensa invece a un grande ecoacquario all’interno del “Parco Blu delle Sirene” da realizzare nella zona falcata – o in alternativa in un’altra area della città nell’ambito di un dibattito ancora apertissimo, che coinvolge anche la cittadella fieristica – per un investimento pubblico-privato tutto ancora da concretizzare. Il progetto piace al commissario straordinario Leonardo Santoro, che ha inoltrato il business plan ai dirigenti comunali competenti affinché predispongano tutti gli atti necessari per formulare un documento di indirizzo progettuale con l’inserimento nel piano triennale delle opere pubbliche. Gli atti sono stati inviati anche alla Regione Siciliana, che proprio ieri ha risposto positivamente nella sua massima espressione. «Confermo fin d’ora – ha scritto il presidente Nello Musumeci – l’intendimento di assicurare la compartecipazione finanziaria…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-04-28 01:30:05