“La riforma del Csm in questo momento era ineludibile perché troppi erano stati gli scandali che avevano attraversato l’organo di autogoverno della magistratura, più volte c’erano stati appelli del Capo dello Stato, anche rimasti in ascoltati, e tante le sollecitazioni. Dubito, però, che la riforma Cartabia, molto sbandierata come tesa al miglioramento del servizio giustizia e alla riduzione delle distonie che si sono verificate negli ultimi anni, sia poi la ricetta giusta”. Così all’AdnKronos l’ex pm Luigi de Magistris dopo l’approvazione alla Camera, e in attesa della Senato, della riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario.
“Sinceramente sono molto critico con questa riforma – spiega de Magistris -, sul Csm credo si sia messo mano a un sistema piuttosto farraginoso sul piano elettorale, che paradossalmente può addirittura portare a consolidare ulteriormente il rapporto tra capicorrente e cordate politiche con cui ci sono stati storici rapporti. Se siamo arrivati a questo è perché le vicende giudiziarie soprattutto degli ultimi anni, Palamara ma anche altre, hanno evidenziato una commistione quantomeno molto opaca fra politica e magistratura proprio nel luogo in cui si dovrebbe invece garantire l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati”.
“Ma questa riforma elettorale – prosegue – mi sembra un compromesso che non dà una spallata forte alle correnti, dà un segnale ma mantiene quello che poi forse i capi delle correnti e la politica di un certo tipo volevano, cioè non provocare uno shock rispetto a quello che si è verificato finora. Mi sembra, dunque, una riforma che non tranquillizza chi voleva un cambiamento radicale sulla ‘correntocrazia’”. Per de Magistris, “l’aspetto più pericoloso è l’ulteriore controllo disciplinare e gerarchico sull’autonomia e l’indipendenza del singolo magistrato attraverso il cosiddetto controllo della valutazione di professionalità. Tutti i…
Fonte www.adnkronos.com 2022-04-27 15:16:47