Sta facendo discutere la pubblicità della Regione Veneto, nella quale – prima che lo slogan fosse cancellato – si invitavano gli appassionati di archeologia a trascurare gli assolati siti a en plen air della Magna Grecia evitando così le insolazioni e a godere della visione dei reperti di Concordia custoditi nel Museo di Portogruaro.
«Risibile e, perdonatemi, un po’ provinciale trovata pubblicitaria», tuona Filippo Arillotta, ricercatore e autore di “Storia fantastica del bergamotto di Reggio”, che continua: «La cosa che ha suscitato in me il sorriso è stato il fatto che, fra tutti i siti storici di cui il Veneto è ricco, si sia scelto proprio quello di Portogruaro. Sorrido perché proprio Portogruaro, e in particolare proprio la raccolta che ha dato vita al suo interessante e bel Museo, sono legati in maniera forte alla nostra terra». Arillotta ricorda che Portogruaro è un centro in provincia di Venezia, sorto nei pressi di Concordia Sagittaria, cittadina che in epoca romana portava il nome di Concordia Iulia. Agli inizi del 1700 a Portogruaro si stabilì una nobile famiglia veneziana, i Muschietti, un cui esponente, abate, raccoglieva in casa molti dei reperti che via via si andavano trovando nella vicina località di Concordia. Ma «la cosa più divertente è che la famiglia Muschietti è legata al nostro territorio: infatti, al momento di assumere uno stemma, quando fu iscritta nei registri della nobiltà veneziana, scelse come simbolo parlante… i bergamotti.
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-04-21 01:30:26