“Bande” di docenti che curano solo i propri interessi, di fronte a una “torta” da spartire alla faccia del merito e della competenza. Dall’ordinanza dell’inchiesta “Magnifica”, 1.222 pagine piene zeppe d’intercettazioni, viene fuori uno spaccato da brividi sull’Università Mediterranea. Non tutto è marcio, certo, ma c’è già tanto da riflettere, al di là del necessario – e dovuto – accertamento delle singole responsabilità penali. Non c’è solo la denuncia dell’architetto Clara Stella Vicari Aversa tra le pieghe del provvedimento del gip Quaranta: il caso forse più eclatante fa il paio con carriere costruite sulla spinta di sponsor politici o familiari e di altre stroncate perché “fuori dal sistema”, e ancora con favori e regali per oliare ingranaggi capaci di rigenerarsi in quella che la stessa Vicari Aversa ha definito ieri in un’intervista alla Gazzetta «una spirale perversa».
Che il sistema “dopato” si sia autosostenuto ne è convinto lo stesso gip: «Esiste un tacito accordo per il quale ogni gruppo di professionisti, legati dalla comunanza del settore e dagli interessi di carriera, si prende cura del suo orto e non interferisce negli affari degli altri». Ma c’è di più: «Laddove saltino gli equilibri, il sistema implode e la ritorsione viene attuata con l’ingerenza negli affari altrui; colui che vuole ingerirsi si serve, a quel punto, delle norme che fino a quel momento erano state invece volontariamente ignorate e disapplicate».
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-04-24 01:30:04