“Bello e impossibile”, recitava così il celeberrimo brano di Gianna Nannini nel lontano 1986. Bello e impossibile come il “frontemare” di Reggio Calabria che esiste solo sulla carta. Se nella scorsa primavera fu inaugurato il “Waterfront” nella zona del lungomare a Nord della città nei pressi del lido comunale, tutt’altra storia è quella relativa al collegamento tra la fine del kilometro più bello d’Italia con l’area Sud della città.
Nel lontano 2008 l’inizio del “sogno” con il cantiere del Parco Lineare Sud. Tanti bei propositi, l’idea di mettere in moto un unico salotto in riva al mare collegando la zona del Tempietto (posta al termine del lungomare Falcomatà poco prima della stazione ferroviaria) con il Parco Lineare Sud fino praticamente a Piazza Capannina. Un lungo tratto di litoranea dove la città avrebbe potuto respirare e praticare una idea di città moderna e fruibile con ampi spazi verdi, percorsi pedonali e ludici, piste ciclabili, palestre all’aperto e altro ancora. Di mezzo, poi, il crocevia del torrente Calopinace a separare il lungomare ed il Parco Lineare Sud. Un cantiere fermo da anni con il problema mai risolto. Altro che ponte in legno come prospettato da qualcuno tempo addietro.
Insomma, Reggio Calabria, già afflitta da numerose criticità che si riflettono nella routine quotidiana dei reggini, rimane non solo un cantiere aperto, ma una città che fatica a fornire una solida prospettiva di sviluppo per i suoi residenti e per chi sceglie di andare a vivere nella città metropolitana.
Il degrado parte dalla zona del Tempietto: lo scorso anno di questi tempi il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà affidò ai social una riflessione affermando di come erano belli i tempi in cui andava a fare jogging in quell’ultimo avamposto di lungomare. “Un pugno nello stomaco” lo definì nel marzo del 2021. Finalmente però abbiamo…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-04-07 08:19:08