Uno dei comuni meno virtuosi su cui pesa un terzo del costo dello smaltimento dei rifiuti di tutto il territorio metropolitano. Il Comune mette mano alle casse e provvede al pagamento degli oneri di gestione per il funzionamento degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani. Con due diversi provvedimenti dispone il saldo di quanto dovuto per il 2020 con una liquidazione di 432 mila euro. Non solo versa altri 815 mila euro come acconto del 2021, anno in cui il costo che l’Ente deve sopportare in base ai conferimenti e secondo il riparto calcolato dalla Città Metropolitana ammonta ad un totale complessivo di oltre 10 milioni di euro, (da cui si devono sottrarre circa 280 mila euro di royalties, ovvero il “compenso” riconosciuto ai Comuni che ospitano impianti di trattamento come forma risarcitoria dei costi ambientali). Un aumento di un milione rispetto a quanto previsto.
Il balzello che diventa ancora più pesante se si traccia il parallelo con l’anno precedente. Nel 2020 infatti il totale dovuto dal Comune capoluogo alla Città Metropolitana per lo stesso servizio ammontava a poco meno di otto milioni di euro. Quindi in un anno i costi sono aumentati di ben due milioni. Un’impennata che corre di pari passo con l’aumento della produzione di rifiuti indifferenziati. I tanti mesi di emergenza con la raccolta che ha zoppicato hanno generato un doppio danno, oltre allo scempio delle discariche per strada con le precarie condizioni igienico sanitarie anche quello dell’aumento dei costi che pesano sempre sui cittadini che pagano regolarmente la Tari. Con buona pace di chi continua ad evadere e ad abbandonare le buste sul territorio.
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-04-05 01:30:14