Quella che si gioca attorno al Parco delle Serre non è una partita chiusa con la recente nomina del commissario Alfonso Grillo. Di area Forza Italia, Grillo è stato scelto dalla giunta Occhiuto per interrompere la vacatio di vertice che da sei mesi paralizzava l’ente di tutela ambientale. La partita è tutta politica e, da atti e dichiarazioni ufficiali, emerge come sia in corso un braccio di ferro tra la Lega e Forza Italia, in cui ha un ruolo anche Coraggio Italia, il cui uomo forte nel Vibonese è il consigliere regionale Francesco de Nisi. Il potere di commissariamento spetta alla Giunta regionale che ha forte impronta forzista – la scelta di Grillo è ricondotta al senatore Giuseppe Mangialavori – mentre la nomina del presidente del Parco è appannaggio del vertice del Consiglio regionale su cui siede il leghista Filippo Mancuso. Quest’ultimo aveva garantito pubblicamente che la procedura per la nomina del presidente si sarebbe perfezionata a breve, ma pochi giorni dopo la sua uscita è arrivato l’intervento della Cittadella.
A commentare la nomina di Grillo è intervenuta anche Melania Carvelli, che oltre ad essere un’esponente della Lega è presidente della Comunità del Parco, organo in cui sono rappresentate le istituzioni che ricadono nell’area protetta: 26 Comuni, le Province di Vibo e Catanzaro e la Città metropolitana di Reggio. Carvelli ha espresso «soddisfazione» definendo «autorevole» la scelta di Grillo. Poi però ha ribadito che resta «in itinere» la procedura per la nomina di un presidente, che «porrà fine al precario e straordinario istituto del commissariamento».
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Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-04-04 01:30:37