“In questo momento, io credo che sia giusto aprire. E forse, visto che l’obiettivo che ci siamo posti” in Italia nella fase post emergenza Covid che scatta domani, primo aprile, “non è ‘contagi zero’, bensì una convivenza con il virus, penso si debbano allentare maggiormente le misure”. Così all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, che nell’ultimo giorno dello stato d’emergenza si associa a chi chiede più coraggio per il tempo che verrà. “In particolare quelle relative alla quarantena, perché non ha molto senso aprire, quindi consentire al virus di circolare, e al contempo prevedere un isolamento per provare a contenerlo”, sottolinea.
Dopo lo ‘tsunami’ delle prime ondate e la svolta vaccini, nel programmare la gestione della pandemia sul lungo termine “i Paesi si sono trovati a dover scegliere tra un obiettivo ‘contagio zero’ e un compromesso di possibile convivenza con il virus”, ricorda l’esperta. “E qui nascono delle perplessità – riconosce – perché diversi studi ci stanno evidenziando che molte persone nel post Covid hanno conseguenze molto importanti” lasciate dall’infezione. “Addirittura, un recente lavoro evidenzia come un’alta percentuale di persone che hanno avuto Covid-19 presentino un rimpicciolimento della massa cerebrale. Allora, se dovessero essere confermati questi studi sulla gravità delle sequele – ragiona Gismondo – l’obiettivo zero contagi avrebbe un senso”. Si tratta però di un “obiettivo utopistico”, che l’Italia non ha scelto, imboccando la strada della convivenza. “Giusto” così, secondo la microbiologa, che proprio in quest’ottica ritiene possibile “allentare di più”. …
Fonte www.adnkronos.com 2022-03-31 10:06:32