E’ ormai un effetto a catena che si è abbattuto a valanga sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole con una grave crisi di liquidità che ovviamente incide sugli investimenti. Più di 1 azienda agricola su 10 – afferma Coldiretti – è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività e circa 1/3 del totale si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi.
I dati Istat
I dati Istat, resi noti in questi giorni -sui prezzi alla produzione dell’industria – commenta Coldiretti – balzano del 32,8% a febbraio fortemente influenzati dai rincari dell’energia.. Nelle campagne – continua la Coldiretti – si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15mila euro in media ma con punte, paradossalmente, ancora più elevate per le aziende strutturate.
Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti – continua la Coldiretti – sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che sono indispensabili a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. In difficoltà serre e vivai per la produzione di piante, fiori, ma anche verdura e ortaggi seguiti che registrano incrementi dei costi – rileva la Coldiretti – che rischiano, di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari.
Siamo costretti ad importare materie prime agricole – continua Coldiretti – a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati indotti a ridurre se non annullare la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-03-31 09:56:08