Non sono ancora le dieci del mattino quando i circa 400 delegati Anpi provenienti da tutta Italia iniziano ad arrivare alla spicciolata al Palacongressi di Riccione, sede del 17esimo Congresso dell’Associazione Nazionale Partigiani: gli altoparlanti della Sala Concordia trasmettono le note di “Bella Ciao”, l’inno della Resistenza per antonomasia, di “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori e di “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”, la canzone pacifista sul Vietnam di Gianni Morandi. Il teatro di guerra oggi però è l’Ucraina, ed è proprio il conflitto scatenato dalla Russia di Vladimir Putin ad animare il dibattito interno al mondo partigiano.
Dopo le parole del presidente onorario Anpi Carlo Smuraglia sulla necessità di aiutare gli ucraini aggrediti “anche con le armi”, oggi è il presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo a rimarcare la linea ufficiale dell’Anpi: no agli aiuti bellici per Kiev, dice Pagliarulo, “ma si sappia che l’Anpi non è una caserma, è una grande casa. Ci possono e ci devono essere opinioni diverse, si chiama democrazia e ne siamo orgogliosi”. “Vogliono fomentare contrasti fra partigiani? Hanno capito male, noi siamo più uniti che mai”, insiste il presidente Anpi, per il quale “la condanna dell’invasione” russa “è irrevocabile ma dobbiamo cercare di capire il contesto e le cause che hanno prodotto la situazione attuale”: “Per questo, è un errore minimizzare la recente storia ucraina, dalle formazioni naziste ucraine alla Crimea, al Donbass, alle interferenze russe, al ruolo di Ue, Nato e Stati Uniti”, spiega ancora Pagliarulo auspicando una “progressiva dismissione delle strutture Nato”, le cui ragioni sarebbero “venute meno”.
E sebbene, come sottolineano fonti Anpi all’Adnkronos, “la stragrande maggioranza dei Congressi territoriali” abbia sposato la linea di Pagliarulo sul tema delle armi agli ucraini, il dibattito è ancora aperto in seno all’Associazione dei…
Fonte www.adnkronos.com 2022-03-24 18:59:56