Un girone di ritorno da “playoff”, un ritmo da “competizione”. La Reggina di Stellone ha (ormai) conquistato la salvezza a suon di punti, “filotti” favorevoli, maturità e certezze. Il giudizio resta comunque provvisorio. Anche se il giudizio resta doverosamente provvisorio, in attesa del rush finale, al momento Stellone sembra aver ribaltato le condizioni trovate al suo arrivo: una squadra senza nervi, in caduta libera, a serio rischio retrocessione. La sua Reggina dopo il ko di Terni al debutto, ha conquistato venti punti in undici gare, con una media di 1,81 punti a partita. Nel girone di ritorno il rendimento degli amaranto è da squadra “top”, al quinto posto, nella parziale graduatoria guidata dal Monza: i brianzoli nella seconda parte di campionato hanno inserito il turbo, viaggiando ad un ritmo di oltre due punti a partita e tornando prepotentemente in corsa per la promozione diretta in Serie A.
Stellone dal suo insediamento in riva allo Stretto ha vinto sei volte, perso tre e pareggiato in due occasioni: è riuscito anche a superare lo scoglio dove Aglietti e Toscano (anche se la sua parentesi è stata brevissima) avevano sbattuto, sconfiggere una delle “prime “della classe. La vittoria contro il Pisa al Granillo ha infranto questo tabù. Davanti al proprio pubblico l’allenatore romano ha costruito le sue fortune: cinque vittorie su sei uscite, chiudendone quattro addirittura senza subire reti.
Potenzialmente il rendimento di Stellone potrebbe anche superare quello di Alfredo Aglietti che, nella prima parte della stagione, dopo dodici gare (una in più) sulla panchina amaranto guadagnò 22 punti, fermando la sua cavalcata proprio all’indomani del derby vinto a Cosenza. Da quel momento in poi, per il toscano, cinque sconfitte consecutive culminate con l’inatteso esonero, inevitabile dinanzi ad una crisi che sembrava senza uscita. Un ciclo orribile coinciso con la parte più dura del calendario, che fece precipitare la…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-03-22 07:56:04