Alla fine il torto è sempre e solo degli assenti. Dai settemila e passa spettatori che hanno riempito il “Ceravolo” con il Bari ai 1.900 scarsi (ma fortunati) contro la Turris. In una settimana l’affluenza è crollata: a guardare lo stadio nemmeno si direbbe che il Catanzaro è secondo in classifica, ha rialzato di nuovo i giri del motore, ha trovato un attaccante di categoria superiore e sta preparando i playoff con tutte le credenziali per essere protagonista. Sarebbe meglio dire quasi tutte, perché ciò che manca non sono le due migliaia di fedelissimi onnipresenti, ma il popolo giallorosso, la folla che per decenni ha caratterizzato la piazza. Certo, domenica è stata una delle giornate più fredde dell’anno, l’avversario di turno non richiamava quanto la capolista, né stuzzicava l’orgoglio del tifoso come altri club blasonati tipo Avellino, Palermo, Catania o Foggia, però il Catanzaro dopo il blitz in rimonta di Messina meritava altra cornice.
L’incontro vinto 2-0 con la Turris è stato uno dei più belli giocati in casa dalle Aquile. Le condizioni dell’avversario depotenziato dal Covid (ieri a Torre del Greco hanno riscontrato altre quattro positività, tutte fra i calciatori) è innegabile che abbiano aiutato così come la mezza papera del portiere Perina dopo quaranta secondi. Però il modo in cui si sono espressi Fazio e compagnia, la qualità del gioco complessivo e delle giocate individuali, per non parlare della classe di Iemmello, erano da contesti diversi e più numerosi di una delle partite con meno presenze di questo campionato. Solo in due turni infrasettimanali, contro la Fidelis Andria martedì 5 ottobre e con il Picerno mercoledì 2 febbraio, il “Ceravolo” era stato più vuoto (rispettivamente 1.727 e 1.621 persone fra paganti e abbonati).
Il Catanzaro è secondo in classifica, ha compiuto un allungo importante anche se non ancora decisivo per consolidare la pole in ottica playoff, ma quanto a pubblico è molto più…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-03-22 08:09:27