“Se qualcuno non ne fosse convinto zero Covid è impossibile, questo virus avrà sempre a disposizione ospiti sufficienti e non vi sono vincoli alla sua patogenicità”. Lo sottolinea il biologo Enrico Bucci, adjunct professor della Temple University di Philadelphia, chiamando in causa i rischi legati alle infezioni da coronavirus negli animali, le possibili mutazioni e il ritorno poi sull’uomo. “Cercopiteco verde; lontra asiatica senza unghie; arvicola rossastra; castoro; binturong; lince canadese; gatto; coatimundi; uistitì dai pennacchi bianchi; puma; macaco cinomolgo; cane; peromisco maculato; puzzola; gatto pescatore; volpi volanti; criceto dorato; gorilla; babbuino; ippopotamo; iena maculata; leone; tigre; visone; tupaia; lepre; cane procione; macaco reso; leopardo delle nevi; pangolino asiatico; cervo dalla coda bianca”, elenca Bucci che aggiunge come questa lista “degli animali dimostratamente in grado di essere infettati da Sars-CoV-2 è probabilmente ancora parziale. Ma in alcuni di essi è stata dimostrata l’evoluzione di mutazioni e in molti lo sviluppo di malattia sintomatica”.
“Per il visone, il criceto e il cervo dalla coda bianca si è dimostrato che il virus, una volta infettata una popolazione, muta, ed è in grado poi di reinfettare essere umani”, avverte il biologo.
Bucci fa alcune considerazioni: “All’inizio della pandemia, i componenti asiatici della lista, tra cui alcuni venduti al mercato di Wuhan, possono tranquillamente aver funzionato da ospiti intermedi, anche più specie differenti e anche considerando che l’infezione può essere pure partita direttamente dai pipistrelli, in cui sono stati trovati virus molto simili a Sars-CoV-2 infettivi per l’uomo – evidenzia – L’obiettivo ‘zero Covid’ è impossibile, ed ecco perché è necessario insistere nella ricerca di vaccini ad ampio spettro”. Il biologo poi sottolinea come “dovrebbe essere ben chiaro, a questo punto, perché si parla di ‘One Health’: la nostra salute non è…
Fonte www.adnkronos.com 2022-03-16 12:40:18