In campo era pieno di risorse ma anche lontano dal parquet Sasha Volkov continua a non essere banale. L’ex cestista della Viola Reggio Calabria, nato in Siberia ma di sangue ucraino, non si è fatto mancare nulla da quando ha appeso le scarpe al chiodo. Dopo aver indossato i panni di presidente di ministro (dello Sport) e di presidente della Federazione cestistica dell’Ucraina, come altri sportivi ed ex sportivi del Paese ha scelto di difendere la propria patria dall’attacco russo arruolandosi con la resistenza di Kiev. Un altro grande campione del passato (a fine marzo compirà 58 anni), dopo i fratelli-boxeur Klitschko e il tennista Stakhovsky, è sceso in campo, come mostra un’immagine inviata ad alcuni amici. A ricevere la la testimonianza fotografica ci sono anche due grandissimi del basket come Charlie Recalcati e Dino Meneghin. Volkov appare con la mimetica e il fucile mentre, in auto, si appresta a raggiungere le strade da pattugliare e proteggere dai militari russi. Lui, il gigante che dall’alto dei suoi 208 centimetri ha trascinato l’Unione Sovietica alla vittoria delle Olimpiadi di Seul del 1988 (così come gli Europei del 1985). Anche in Calabria si sono stropicciati gli occhi ammirando Volkov (nella stagione 1992-1993) con la casacca della Viola Reggio. Proprio a Kiev il gigante siberiano aveva iniziato a muovere i primi passi ed è proprio in patria che ha raggiunto i risultati più importanti. Nel medagliere personale anche due argenti mondiali (Spagna 1986 e Argentina 1990), un altro secondo posto europeo (Grecia 1987) e un bronzo centrato in Jugoslavia (altra edizione dei campionati Europei). Il primissimo successo risale sempre al 1985, quando Volkov con la nazionale sovietica vinse le Universiadi a Kobe. Un passato luccicante nel firmamento dello sport sovietico, ma che oggi passa in secondo piano perché c’è da limitare i danni di un conflitto che si combatte in quel lembo di terra che…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-03-10 16:45:04