(dall’inviata Elvira Terranova) – L’ex Presidente degli industriali siciliani Antonello Montante “non ha mai avuto la disponibilità delle intercettazioni tra Nicola Mancino e l’ex Presidente Giorgio Napolitano. E’ sempre stata un’illazione, l’ennesima illazione. Una favola. Oltra a una totale mancanza di riscontro, adesso c’è anche una smentita ufficiale”. Lo ha detto, proseguendo la sua arringa difensiva, l’avvocato Giuseppe Panepinto, nel processo d’appello di Caltanissetta a carico dell’imprenditore accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. Il riferimento è alle intercettazioni del 2012 che sono state distrutte nel 2013, come aveva deciso la Corte Costituzionale, tra l’ex Capo dello Stato Napolitano e l’ex Presidente del Senato Nicola Mancino, che erano finite nell’ambito dell’indagine sulla trattativa Stato-mafia.
C’era il sospetto che una riproduzione delle intercettazioni potesse essere finita nelle mani di Antonello Montante. Forse custodita nelle pen drive frantumate da lui stesso il giorno del suo arresto nell’appartamento di Milano il 14 maggio 2018. O forse nascosta ancora in un luogo sicuro. Gli inquirenti ipotizzavano che potesse essere stato l’ex 007 Giuseppe D’Agata, ex capocentro Dia di Palermo, imputato anche lui ma nel troncone principale del processo Montante, a consegnare quelle intercettazioni all’imprenditore, ex paladino dell’antimafia.
Ma oggi l’avvocato di Montante annuncia una novità e parla di “smentita definitiva”. “Una smentita che arriva anche da un documento che è stato acquisito di recente, che è stato prodotto nel processo ordinario – spiega il legale – Parlo di una nota della Dia di Palermo, acquisita su richiesta del difensore di D’Agata nel processo, in cui viene dato atto dal sostituto commissario della Dia, proprio colui che si occupò delle intercettazioni tra Mancino e Napolitano, che queste intercettazioni non sono mai…
Fonte www.adnkronos.com 2022-03-11 19:40:33