«Avevo 9 anni e con i miei eravamo al Santuario della Madonna del Pettoruto a San Sosti. Tra le bancarelle, vidi un organetto giocattolo. Chiesi a mio padre di comprarlo e da quel giorno ho cominciato a girare per casa. Cercavo di capire come si suonava e ne usciva sempre qualcosa. Mio padre intuì la mia passione e così a 13 anni mi mandò a lezioni di musica». Comincia così il racconto di Carmelo Avolio, 19enne di Guardia Piemontese (Cs), così radicato nella musica popolare della Calabria, che in questi anni ha imparato a suonare da autodidatta l’organetto a 2 bassi (usato per la tarantella calabrese), il tamburello, la lira calabrese e la chitarra. E, con il sostegno del centro culturale “Gian Luigi Pascale” di Guardia, ha conosciuto la ghironda: amore a prima vista. Riflessivo e timido, quando Carmelo inizia a suonare è come se quelle parole trovassero il canale giusto per far esplodere quel che giace al suo interno: ogni nota è accompagnata dalle mani, dal corpo, da quel ciuffo con il gel che riflette la sua giovane età. «Una volta a settimana mio padre mi accompagnava a Fuscaldo dal maestro Antonio Grosso per imparare l’organetto a 8 bassi. Non ho mai incontrato difficoltà. L’ho imparato facilmente, anche grazie al maestro. Ma l’amore per la musica mi ha escluso all’epoca dagli altri miei coetanei che preferivano il calcio. Il liscio, la tarantella, tutta la musica popolare mi riempiva già da allora le giornate». Quasi 20enne, quel senso di esclusione sociale non lo avverte più: a ogni esibizione ci sono i suoi amici, tutti lì ad ascoltare quelle armonie e ballare le tarantelle che suona Carmelo.
«Appena sento una canzone, la riesco a riprodurre. Ho imparato diversi strumenti a orecchio, certo sperimentando e facendo errori da cui imparare per migliorare. Tre anni fa, ho acquistato dall’artigiano Domenico Marrara di Reggio Calabria un organetto a 2 bassi. È quello che…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-03-06 11:30:52