“Mentre Covid-19 negli ultimi 2 anni ci ha costretti a rivedere le priorità sanitarie del Paese, altre patologie, altre epidemie continuavano purtroppo il loro corso e in alcuni casi il loro incremento. L’obesità è sicuramente una di queste, una malattia che ha ormai raggiunto gli effetti di una pandemia, di cui troppo poco e male si parla, e che ha bisogno di programmi di prevenzione urgenti e mirati e soprattutto risposte per tutti i pazienti che si vedono riconoscere la malattia, ma senza esenzione per le cure e per i medicinali”. Così l’Adi, Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, è intervenuta durante la conferenza istituzionale organizzata ieri a Palazzo Madama dall’Intergruppo parlamentare Obesità e Diabete per il World Obesity Day, che ricorre oggi 4 marzo in tutto il mondo.
“Un grande passo è stato fatto con l’approvazione nel 2019 della mozione al Senato che ha riconosciuto l’obesità come malattia e ha sancito i diritti e i doveri delle persone con obesità – commenta Giuseppe Malfi, presidente Adi – Ora è necessario un altro sforzo per farla riconoscere dal Servizio sanitario nazionale come patologia cronica con la relativa esenzione per le prestazioni, i farmaci e gli integratori post-chirurgia che ora sono a carico del paziente. Solo così si garantisce un giusto accesso alle cure come per le altre patologie croniche tipo il diabete. Il paziente affetto da obesità viene spesso descritto come pigro, con poca forza di volontà, incapace di risolvere il suo problema. Bisogna combattere questo ‘stigma’ – esorta lo specialista – e considerarlo un malato vero che deve essere accolto e curato con la stessa dignità e lo stesso rispetto che si riserva ad altre malattie croniche“.
“L’ambiente in cui viviamo è diventato ‘’obesogeno’, specie per alcune fasce di popolazione – osserva Maria Grazia Carbonelli, consigliere Adi e coordinatore del gruppo di studio sull’obesità – I fattori ambientali come…
Fonte www.adnkronos.com 2022-03-04 09:22:55