Cinquemila euro per provare a portarsi a casa la valigetta simbolo di Mani Pulite. L’ex sindaco di Senigallia Luana Angeloni racconta all’Adnkronos come riuscì ad aggiudicarsela. Elegante, con fibra dorata, di colore marrone scuro e griffata Trussardi, la ventiquattrore dell’imprenditore Luca Magni, che nel 1992, incastrò Mario Chiesa e diede il via all’indagine, finì in un’asta di beneficenza. Angeloni ripercorre quel giorno, la storia di quell’asta e le vicende legate ai dibattiti che si crearono attorno a quel simbolo che nel 2007 fu poi esposto nell’anticamera del Comune di Senigallia, dove è ancora oggi. L’ex sindaco ormai ‘in pensione’, è tornata in Comune in occasione del trentennale di Mani Pulite per vedere se la valigetta dove lei la ripose quando era sindaco,fosse ancora lì: in una teca e con sotto la descrizione e un messaggio di Don Ciotti, fondatore dell’associazione ‘Libera’ a cui furono devoluti i soldi.
La ventiquattrore venne battuta all’asta per 5mila euro, attraverso una gara a rialzo con altri contendenti. Questi soldi erano stati raccolti da imprenditori e amministratori. “Noi -spiega Angeloni- partecipammo attraverso i rialzi ma sapevamo che oltre i 5mila euro non potevamo andare. Superata quella cifra non so cosa avremmo fatto, magari avremmo tirato fuori dei soldi di tasca nostra. Non lo so, però è andata così, che quella valigetta venne aggiudicata al sindaco di Senigallia per conto di una cordata di imprenditori”.
L’asta fu battuta in occasione del CaterRaduno che veniva ospitato a Senigallia e si teneva per raccogliere i fondi da devolvere all’associazione ‘Libera’ di Don Ciotti e ai suoi progetti. Nel 2007 l’asta di Libera era costruita intorno al tema della legalità e c’erano diversi oggetti attinenti: il tocco di Caselli, una foto di Falcone e Borsellino e tante altre cose, tra cui la valigetta dell’imprenditore corrotto da Mario Chiesa.
“Ogni anno -spiega l’ex sindaco- come…
Fonte www.adnkronos.com 2022-03-02 19:59:27