C’è l’Ucraina ovviamente in gran parte della relazione con cui stamattina Matteo Renzi ha aperto la sesta assemblea nazionale di Iv, a due passi da piazza di Spagna. Stessa sala in cui venne deciso il nome di Sergio Mattarella per la presidenza della Repubblica ai tempi in cui il leader di Italia Viva, era premier e segretario del Pd. Ed è proprio il Partito democratico che torna, più volte, nella parte di politica interna dell’intervento di Renzi. Come interlocutore, con toni sempre ‘sfidanti’ ma diversi rispetto al passato.
Il leader Iv spiega ai suoi riuniti in assemblea che la strada da battere è quella della costruzione di uno spazio di ‘centro’, uno “spazio riformista”. Sorvola sulle modalità, sulla litigiosità dei vari leader che lo affollano, compresa quella con Carlo Calenda (che pure definisce affetto dalla “sindrome del beneficiario rancoroso”) nella parte più di ‘centrosinistra’ del campo. Renzi chiarisce che non pensa a una formazione dei “Sette nani”. Insomma no a una nuova Margherita o a un ‘cartello’ dei piccoli di centro. L’idea non sarebbe questa. Più che di alchimie dei partiti, Renzi parla di uno ‘spazio elettorale’ che esiste e va riempito. Uno spazio “c’è già e sarà decisivo”, sostiene, per formare il governo nel 2023.
Ed è qui che entra in gioco il Pd. E lo dice lo stesso Renzi così: “La vera domanda è se il Pd vorrà stare qui o no. E’ un tema vero e complesso”. Il leader Iv mette insieme alcuni passaggi che hanno segnato un riavvicinamento con i dem. A partire dai giorni della partita del Colle, con la manifestazione di una certa sintonia tra Pd e Iv. E, di contro, il montare di perplessità e freddezze nella truppa dem nei confronti di Giuseppe Conte. Dubbi che lo ‘strappo’ del leader M5S sul campo largo dopo il voto su Open al Senato e poi la totale assenza di esponenti 5 Stelle al sit in, promosso da Letta, all’ambasciata russa non hanno sopito.
ci sono segnali interessanti da dem – bene…
Fonte www.adnkronos.com 2022-02-26 16:43:50