Partiti e opposizione, questi sconosciuti. Se si dovesse definire l’attuale situazione politica nel capoluogo pianigiano, non ci potrebbe essere miglior termine di “piattume” per rappresentare l’amara realtà, fatta salva, ovviamente, qualche eccezione. Vero è che negli ultimi lustri ha preso purtroppo la piega di un’abitudine per la scarna classe dirigente locale uscire dal letargo solo in occasione dei vari appuntamenti elettorali; ma mai come adesso l’apatia e l’inerzia che soffoca il capoluogo pianigiano, anche rispetto alle grandi tematiche storiche, rispecchia la fragilità e la crisi di molti aspetti della vita politica e sociale del Paese. Annichilita da commissariamenti a raffica, lambita dalle inchieste e lacerata da lotte intestine prima; disorientata dall’avvento dei social e fiaccata dal mancato ricambio generazionale adesso, la politica gioiese è la grande assente nelle quotidiane dinamiche cittadine, troppo spesso rimpiazzata dal mondo delle associazioni o indirizzata sotto traccia dalle cosiddette “auctoritas”, personaggi che preferiscono muovere i fili dietro le quinte. E così, tranne che per i soliti interventi-proclami fatti di parole chiave trite e ritrite (con il trend topic “Pnrr” che ultimamente ha di gran lunga soppiantato termini come “Zes”, “tavolo di confronto” e “concertazione”), le grosse questioni, dalla sanità all’inquinamento, dal lavoro all’immigrazione, passando per le infrastrutture sono delegate ai sindacati o ai diversi movimenti o comitati civici che nascono, muoiono e rinascono al bisogno.
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-02-19 02:30:28