“Ogni anno 7mila medici oculisti italiani visitano 20 milioni di pazienti, eseguono 1 milione di interventi chirurgici salva-vista e si impegnano ad erogare 1 milione di iniezioni intravitreali per combattere la maculopatia e impedire così che migliaia di persone perdano la vista. In sintesi, salviamo la vista a 1 milione e 300mila persone ogni anno. Tuttavia, a causa della troppa burocrazia l’oculistica è ormai considerata la cenerentola del Ssn. Una situazione che si è deteriorata a causa del Covid-19. Con la pandemia questa specializzazione è posizionata tra le assistenze di tipo elettivo non salvavita e, di conseguenza, non prioritaria. Un grave errore, figlio della burocrazia. Politica e istituzioni devono ascoltarci”. Il monito arriva da Matteo Piovella, presidente della Società oftalmologica italiana (Soi), preoccupato dall’impatto che l’emergenza sanitaria ha avuto sui reparti di oculistica.
“Durante la pandemia – ricorda Piovella – le divisioni di oculistica sono state inattive, chiuse. Risultato? Trecentomila cataratte non sono state effettuate, di conseguenza negli ospedali pubblici l’attesa per questo intervento è ormai di 3 anni. Attualmente lavoriamo al 60% ma così si allunga la lista di attesa senza possibilità di smaltire l’arretrato, impossibile recuperare”.
A gravare sull’assistenza “c’è il peso della burocrazia” aggiunge il numero uno di Soi che afferma: “L’assistenza oculistica è penalizzata da inadeguati modelli organizzativi economici finalizzati al solo contenimento della spesa, indipendentemente dall’efficacia e dalla qualità delle cure e da valutazioni politico-burocratiche basate sulla non conoscenza del problema”. Risultato? “La chirurgia della cataratta – sottolinea Piovella -, che rappresenta l’83% dell’attività di un reparto di oculistica, in 20 anni è passata da un rimborso di 2.500 euro a soli 700 euro, con una riduzione del 70%. Nello stesso…
Fonte www.adnkronos.com 2022-02-15 18:28:00