Si stima che in Italia vi siano ogni anno circa 377.000 nuove diagnosi di tumore e, solo nel 2021, i tumori sono stati causa di morte per 180.000 italiani. Anche se molti tumori sono ora curabili, rimangono numeri terribili soprattutto se consideriamo che il 40% dei casi di tumore è in qualche modo prevenibile attuando un adeguato stile di vita (astensione da fumo e alcol, attività fisica, dieta adeguata, aderenza ai programmi di screening). Per sottolineare l’importanza della prevenzione in questo ambito, il 4 febbraio 2010 l’International Union Against Cancer (Uicc) ha lanciato la campagna “Anche il cancro può essere prevenuto” per sensibilizzare la popolazione sulle azioni capaci di ridurre significativamente il rischio di sviluppare il cancro, iniziativa che si ripete ogni anno.
La prevenzione è fondamentale per ridurre l’incidenza di molti tumori, e tra questi il tumore del fegato. Il fegato, infatti, è sede di tumori sia primitivi (cioè che nascono all’interno dell’organo) che secondari (metastasi che raggiungono il fegato partendo da altri organi, di solito quelli dell’addome). I tumori primitivi del fegato colpiscono circa 13.000 italiani ogni anno e sono purtroppo caratterizzati da una bassa sopravvivenza sia a 5 anni (20% circa dei pazienti) che a 10 anni (10% dei pazienti), rientrando tra le prime cinque cause di morte per neoplasia.
Ma qual è il panorama dei tumori primitivi del fegato nel nostro Paese? “In Italia siamo, per così dire, fortunati perché la maggior parte dei casi del tumore primitivo più frequente del fegato (il carcinoma epatocellulare, Hcc) viene registrata in un unico database, in modo da poterne studiare l’andamento negli anni – spiega Gianluca Svegliati Baroni, professore associato in Gastroenterologia dell’Università Politecnica delle Marche, responsabile dell’Unità di danno epatico e trapianti presso…
Fonte www.adnkronos.com 2022-02-04 14:43:49